SEDE CENTRALE
La sede centrale dell'Archivio di Stato di Livorno è al secondo piano del Palazzo del Governo, in via Fiume 40 (ingresso via della Banca 2). Il Palazzo, che si presenta come una costruzione bianco-marmorea in stile razionalista e fortemente monumentale, fu costruito fra il 1937 e l'immediato dopoguerra sui disegni dell'ingegnere senese Armando Sabatini e dell'architetto bolognese Alberto Legnani. Questi operarono nel contesto dell'abbattimento della zona più antica di Livorno e della progettazione e ricostruzione dell'area, destinata agli edifici dei poteri civili dall'architetto Marcello Piacentini su incarico di Costanzo Ciano.
La distruzione bellica della precedente sede dell'Archivio Storico cittadino, l'istituzione del Comune di Livorno che dalla fine del secolo precedente aveva conservato anche gli Archivi dello Stato, poco dopo la nuova istituzione della Sezione di Archivio di Stato nel 1941 portò, dopo il ritorno dei fondi archivistici "sfollati" per la guerra nella Certosa di Calci presso Pisa, alla necessità di trovare una nuova e adeguata sede, che dopo la guerra fu individuata sopra i solai rinforzati del secondo piano del Palazzo del Governo.
Oggi questa sede ha circa 3.500 metri lineari di scaffalature su una superficie complessiva di circa 990 metri quadrati. Una dimensione chiaramente insufficiente, che ha reso necessaria una sede aggiuntiva presso l'ex convento ed ex carcere dei Domenicani.
SEDE AGGIUNTIVA
L'ex convento ed ex carcere dei Domenicani, in via Scali del Refugio 6, fu individuato come futura nuova sede dell'Archivio di Stato di Livorno fra il 1986 e il 1988 e fu assegnato nel 1998 al Ministero dei beni culturali mercé la convenzione costitutiva del diritto di uso, stipulata fra il Comune, proprietario della maggiore quota dell'immobile, e lo Stato, proprietario della minore.
Dopo un complicato iter progettuale di recupero e restauro, che ha visto il ponderato bilanciamento tra la conservazione dei caratteri originari dell'edificio storico e la razionalità funzionale del riuso moderno, si è dato inizio nel 2004 ai definitivi lavori, che si congiungono con quelli già iniziati nel 1989-1990. Nel 2021 è stata ultimata la ristrutturazione del piano terra che oggi conserva 2.500 metri lineari di documentazione aperta al pubblico (su appuntamento).
Questo edificio dal fronte severo, costruito come convento nel primo ventennio del XVIII secolo e trasformato in carcere nel periodo napoleonico, aveva subito nel corso degli anni e degli usi varie trasformazioni e ingrandimenti, che lo avevano portato a contare, al momento della dimissione del carcere nel 1984, su 199 locali per una superficie complessiva di 3.827 metri quadrati, comprese le bellissime cantine a volta.
Inserita nel suggestivo quartiere della "Venezia Nuova", fra ponti e canali, la destinazione culturale di questo immobile costituirà, con il pieno e completo recupero architettonico, un ulteriore elemento di valorizzazione per la zona e per l'Archivio di Stato, al cui nucleo documentario principale offrirà finalmente una dignitosa sede storica. Nei suoi progettati 8.000 metri lineari di scaffalature, l'Archivio potrà così far valere il suo ruolo di primario istituto di conservazione e valorizzazione della memoria storica della città e del suo territorio.
► Riferimenti bibliografici
- Il convento dei Domenicani di Livorno. “Da contenitore di uomini a contenitore di carte”, Maria Grazia Turco (2020).
- Attualità e storia del Palazzo dei Domenicani. Un convento, un carcere, un archivio, contributo pubblicato in occasione della presentazione del progetto di restauro architettonico e strutturale (2007).